GASTOCHILUS JAPONICUS
di Roberto Mulargia
Sbrindrilla dal 31 luglio 2008, questa piccola orchidea giapponese riesce a farsi apprezzare per le sue doti di robustezza, generosità e fascino.
In natura il Gastrochilus japonicus (Makino) Schltr. 1913 vive nelle isole asiatiche del Giappone e Taiwan, dove cresce a quote comprese tra i 500 e i 2000 metri sui rami di pini o di latifoglie. Questo particolare habitat, caratterizzato da una altitudine elevata e una latitudine insolitamente grande per un'orchidea epifita, suggerisce che questa specie predilige crescere a temperature medio-fresche con notevoli escursioni termiche sia tra giorno e notte che tra le diverse stagioni.
La pianta si presenta come una miniatura monopodiale dalla crescita ordinata e regolare. Il fusto, la cui lunghezza offre una stima dell'età della pianta, è completamente avvolto dalle guaine delle foglie, spesse e rigide, di colore verde scuro e lunghe circa 6 cm. Da esso hanno origine anche le radici, mediamente spesse e rigide, e i corti ma relativamente spessi steli che crescono verso il basso. I boccioli non si aprono in successione ma quasi in contemporanea e, anche grazie al fatto che hanno origine nello stesso punto dello stelo, creano dei deliziosi grappoli di fiori. Il fiore, lungo approssimativamente 1,5 centimetri, ha petali e sepali arrotondati e di colore giallo chiaro; il labello è decisamente grande in proporzione alle dimensioni del fiore e ha una struttura e una colorazione molto particolari: la parte superiore, in prossimità della colonna, è di un rosso scuro molto intenso ed è seguito da una profonda cavità puntinata di rosso e da una parte inferiore caratterizzata da una macchia di giallo più intenso puntinato di rosso e da un bordo dolcemente frastagliato e ondulato. A un fiore così particolare non poteva che corrispondere un profumo altrettanto inusuale e piacevole, che ricorda l'odore della gomma di un palloncino.
Viste le piccole dimensioni, la crescita ordinata e gli steli penduli, la coltivazione su zattera è sinceramente consigliata.
Sebbene l'habitat di questa specie non possa essere definito propriamente tropicale, questa miniatura si adatta a una coltivazione con parametri di temperature e umidità adatti alle specie del sud-est asiatico, quindi un'umidità ambientale superiore al 60% e temperature comprese tra 14°C (anche 10°C) e 30°C.
É richiesta un'illuminazione molto intensa: se si coltiva sotto luci artificiali è opportuno posizionare la pianta a una distanza opportunamente breve dalle lampade mentre se si coltiva sfruttando la luce solare è possibile esporre cautamente la pianta alla luce solare diretta, evitando in ogni caso le ore centrali delle stagioni più calde. Non è necessario nessun periodo di riposo e sono quindi gradite abbondanti innaffiature durante tutto l'anno.
In una corretta coltivazione su zattera questa specie è assolutamente inattaccabile da crittogame né all'apparato fogliare né all'apparato radicale e risulta inattaccabile anche da afidi e ragnetto rosso. Ciò nonostante è doveroso scongiurare improbabili ma possibili attacchi di cocciniglia e di marciume del fusto che può essere causato, come per tutte le vandacee, da ristagni di acqua nelle ascelle fogliari uniti a una scarsa ventilazione.