SPATHOGLOTTIS PLICATA
di Giovanna Eccher
In occasione della riunione ATO di Natale 2011, tutti i soci hanno ricevuto in regalo una bella pianta fiorita di Spathoglottis plicata. Io non avevo potuto partecipare a quell’incontro, quindi ero completamente priva di qualsiasi informazione e devo ammettere che non avevo mai nemmeno sentito nominare questa orchidea, tant’è vero che addirittura al primo sguardo l’avevo scambiata per una Bletilla. Mi ero quindi riproposta di cercare informazioni per aggiornami sul miglior modo di coltivarla, però, a causa dei mille impegni, ogni giorno rimandavo l’approfondimento. Intanto avevo sistemato la pianta nel mio appartamento di Padova, davanti a una grande porta-finestra senza tende orientata verso sud-ovest.
Erano già passati alcuni mesi e la mia pianta stava benissimo: continuava ad emettere sia nuovi steli floreali, sia nuove vegetazioni. La osservavo spesso per capire bene di che cosa avesse bisogno. La prima cosa che mi è stata chiara è che questa orchidea non teme il sole diretto, nemmeno nella stagione calda, tanto che tutta la pianta si sviluppava in direzione della luce. Le foglie, dopo un’iniziale leggera “abbronzatura” avevano assunto un bel color verde inteso. Notavo anche una certa somiglianza di conformazione della pianta con lo Zygopetalum, e questo mi suggeriva di non bagnare dall’alto e non vaporizzare foglie e bulbi, ma di annaffiare dal basso. Ho iniziato così a mettere due dita d’acqua nel sottovaso ogni volta che tastando il substrato mi sembrava quasi asciutto e capitava che la pianta rimanesse “in ammollo” anche per alcuni giorni (comportamento assolutamente “eretico” rispetto alle regole che si seguono normalmente!) e all’incirca una volta al mese aggiungevo all’acqua una leggerissima dose di concime bilanciato per orchidee.
Con l’arrivo dell’estate, le temperature erano diventate veramente molto alte (estate padovana = 30°C in casa e umidità alle stelle) e il sole batteva forte per tutto il pomeriggio; ciò mi preoccupava un po’ e quindi tenevo ben osservata la mia pianta e la bagnavo più spesso. A questo punto devo dire che mi sono proprio stupita nel constatare che la Spathoglottis non solo non mostrava segni di sofferenza, ma addirittura continuava inesorabile a crescere e fiorire! Ho tagliato gli ultimi steli a metà ottobre, quindi la fioritura è durata da dicembre 2011 ad ottobre 2012… niente male direi!
A questo punto, molto soddisfatta dei risultati, ho deciso finalmente di informarmi sulle origini e le esigenze di coltivazione dell’orchidea. Ho scoperto così che si tratta di una terricola, che in natura cresce in tutta l’Asia tropicale e subtropicale, in Australia e in altre ragioni del Pacifico, prediligendo zone aperte e paludose, periodicamente inondate dall’acqua, o terreni con forti infiltrazioni. Ecco dunque spiegata la sua incredibile resistenza sia al sole diretto, sia ai ristagni d’acqua!
In questo momento la mia Spathoglottis è ancora in perfetta forma: le vecchie vegetazioni hanno perso le foglie, ma il volume della pianta è rimasto invariato, perchè quelle nuove stanno sviluppando una bella vegetazione, e ciò mi lascia ben sperare in una prossima bella fioritura.
In conclusione posso dire che per avere successo con le orchidee serve sicuramente un po’ di fortuna, ma la cosa veramente importante, quella che fa la differenza, è seguire il motto del nostro Presidente: “le piante vanno soprattutto osservate, perchè il loro comportamento e il loro aspetto ci danno tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per coltivarle al meglio.”
Un saluto a tutti,
Giovanna