IBRIDO DI ONCIDIUM LANCEANUM
di Antonella Franceschini
Nel lontano 2003 ci portarono in serra, dalla Thailandia, una fiasca contenente delle piccolissime piantine di orchidea che purtroppo erano senza nome. Stefano ed io eravamo veramente affascinati al pensiero di coltivare qualcosa di tanto misterioso.
Non sapendo nulla di loro ci affidammo al nostro istinto: aspettammo che crescessero ancora un po' nella fiasca, poi trasferimmo tutto nel bark mescolato a qualche parte di sfagno. Sopra al vaso con del tessuto non tessuto costruimmo una specie di incubatrice, come una piccola serra, per creare un ambiente il più protetto possibile, che potesse mantenere la giusta umidità. Ogni tanto trattavamo con un po' di previcur.
Dopo circa una anno, in un giorno di primavera, Stefano mi disse di togliere le piantine dalla serretta, perché erano diventate grandi a sufficienza per crescere in un ambiente normale. Per me esse erano diventate un chiodo fisso: ogni mattina quando arrivavo in serra andavo subito a controllarle.
Un bel giorno, non trovandole al loro posto, chiamai Stefano per chiedergli dove le avesse messe, ma lui non ne sapeva niente. Allora mi allarmai e istintivamente corsi verso il bidone del compost, disperatamente iniziai a cercarle. Ne trovai metà, era successo che suo zio, chissà perché, forse ritenendole degli scarti, le aveva gettate via.
Quando divennero più grandi svilupparono delle belle foglie coriacee, verdi a puntini. E dopo circa 4 anni con nostra sorpresa vedemmo il primo stelo che portava due boccioli. Quando si aprirono i fiori, oltre che per la loro bellezza, si fecero ammirare anche per l'intenso profumo di limone, e, non trovando notizie sulla pianta la chiamammo “la popona”, che tradotto in italiano significa “bimba grande”. Ma l’anno scorso al nostro Ugo venne in mente di postare una foto nel forum della nostra Associazione, per identificarla. Così abbiamo finalmente scoperto che si tratta di un ibrido di Oncidium lanceanum!
Noi coltiviamo queste orchidee nella serra calda con luce media, in inverno facciamo fare un leggero riposo. Attualmente le ho messe su zattera perché ho scoperto che amano avere le radici all’aria.
E ad ogni agosto, esse ci regalano una bella fioritura, ogni anno sempre più generosa.
Queste sì che sono soddisfazioni!
Antonella